Con il provvedimento di sequestro della Procura della Repubblica di Palermo , dunque, l’impianto viene sottratto alla gestione dell’ Amia, l’azienda dei rifiuti attualmente in regime commissariale.

FareAmbiente Sicilia, movimento ecologista europeo, sta in queste ore valutando se sporgere una denuncia a tutela della salute pubblica e dell'ambiente fortemente minacciato dall’incuria in cui tale discarica ha versato per tutti questi anni.

Il sito di Bellolampo, dove vengono conferiti i rifiuti del capoluogo siciliano, è stato quindi  sequestrato dalla Procura con un provvedimento d’urgenza a tutela della salute pubblica.

La discarica rimane comunque utilizzabile. La Procura l’ha affidata all’ assessore regionale all’Energia, l’ex pm di Caltanissetta Nicolò Marino. 

Ma gli occhi del Procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi e dei pm Claudia Ferrari e Alessandro Clemente sono puntati soprattutto sul percolato.  “nella gestione della discarica di Bellolampo – si legge nel provvedimento di sequestro e’ stata svolta attivita’ di raccolta e smaltimento di ingenti quantita’ del rifiuto speciale pericoloso costituito dal percolato, inviandolo allo smaltimento classificandolo come rifiuto non pericoloso”.

Per i magistrati le prime azioni da portare avanti sono,l’eliminazione del percolato che accumulandosi rischia di contaminare le falde acquifere, la messa in sicurezza della discarica e la realizzazione della sesta vasca.  “La decisione di sequestrare la discarica di Bellolampo e affidarla alla Regione è stata da noi ponderata. Siamo consapevoli della gravità  del provvedimento, ma era l’unico modo per tutelare la salute dei cittadini”, questo dichiara il procuratore Francesco Messineo.

L’inchiesta che ha portato al sequestro di Bellolampo, costituisce il naturale proseguimento del processo attualmente in fase di udienza preliminare a carico del’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata e di una pluralita’ di dirigenti di Amia spa per disastro colposo, adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari.

Negli atti dei magistrati anche l’incendio della discarica dello scorso 29 luglio 2012 che provoco’ la chiusura di Bellolampo per oltre un mese.

“L’evento – scrivono i pm – ha fatto emergere ancora una volta le gravissime disfunzioni, irregolarita’ e carenze nella gestione della discarica, anche con riferimento alla mancata adozione delle misure di sicurezza antincendio e alle modalita’ di conferimento, deposito e stoccaggio che aggravano le conseguenze pregiudizievoli per l’ambiente e per la salute”

Nella discarica di Bellolampo  vengono smaltiti i rifiuti del capoluogo e di altri comuni della provincia. I pm ipotizzano il rischio di un disastro ambientale causato dalla formazione di un enorme lago di percolato.

Il sequestro, che è stato eseguito e dovrà  essere, però, convalidato dal Gip, non comporta la chiusura della discarica ma il suo affidamento in custodia all’assessore regionale ai rifiuti Nicolò Marino, che dovrà  nominare un custode giudiziale che adempia agli obblighi indicati dalla Procura. Il custode giudiziale, inoltre, dovrà  mettere in sicurezza la discarica e occuparsi della tempestiva realizzazione della sesta vasca, già  appaltata ma non ancora realizzata.

Per i pm è urgente, in primo luogo, l’eliminazione del percolato che ha contaminato le falde acquifere sottostanti la discarica.

Oltre al percolato, infatti, a preoccupare la Procura, che ha di fatto tolto all’Amia la gestione di Bellolampo, è l’imminente chiusura della quinta vasca che sarà  completa, quindi inutilizzabile a fine aprile.  L’auspicio, per evitare che lo smaltimento dei rifiuti vada in tilt, è che la sesta vasca venga realizzata prima della chiusura della quinta in modo da scongiurare una situazione di stallo.