I capitali russi depositati a Cipro stanno riprendendo la via del Nord, non però per tornare a Mosca “ sia mai – ma per trovare una collocazione più sicura all’interno dell’Eurozona, in Paesi che presentino meno rischi o meno controlli.
Le ex province dell’impero sovietico Estonia e Lettonia sembrano proprio ciò che fa al caso loro.
In Estonia, Paese già dotato dell’euro, l’anno scorso si è registrato un incremento del 28,2% dei depositi bancari di stranieri e una buona parte di questo incremento è stata ricondotta ai correntisti russi più accorti, quelli cioè che si sono resi conto che la crisi greca avrebbe coinvolto anche Cipro, le cui banche erano impegnate anzitutto nell’Ellade.
La Lettonia, che attende per questa estate l’ammissione nell’Eurozona, è invece l’ultima scoperta dei correntisti russi preoccupati della sorte dei loro averi a Cipro.
L’ingresso nell’Eurozona e la solidità finanziaria del Paese, tanto più dopo l’ammissione, non appaiono in dubbio, la permeabilità del Paese, soprattutto per i russi, è un dato di fatto: lo Stato baltico ha una fortissima minoranza russa (il 28% della popolazione) e un tasso di depositi bancari stranieri pari a quello della Svizzera (60%) e in fortissima crescita (+20% nel 2012).
Il possibile arrivo di capitali russi spaventa tuttavia sia la Ue che i lettoni. Mentre la stampa locale si affretta a riferire che alcuni spostamenti di capitali sarebbero già stati stoppati dal governo di Riga, la Commissione di Bruxelles ha chiesto alle banche del Paese di alzare il livello d’attenzione sui flussi di denaro gestiti e sulla loro provenienza.
Preoccupati di non compromettere il verdetto di ammissione all’euro, le autorità lettoni hanno fatto sapere attraverso Kristaps Zakulis, responsabile della Commissione lettone di controllo delle banche, di non volersi prestare a fare del loro Paese l’alternativa all’isola mediterranea.
E pur senza prendere posizioni ufficiali, il primo ministro lettone Valdis Dombrovskis ha fatto sapere con un tweet che “la Lettonia non si sforzerà di attirare i depositi ciprioti. Il paese considera molto rischioso fare affari con le economie estere, e per questo è molto regolamentato”. Sarà vero?